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Daniele Benvenuti Natura e Fotografia
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un incontro inaspettato

Era un giorno di primavera inoltrata quando, visto che i pomeriggi erano ormai piuttosto lunghi, avevo deciso dopo pranzo di fare una passeggiata fotografica lungo la spiaggia che da Principina a Mare va verso Bocca d'Ombrone, nel Parco Naturale della Maremma.

Lasciata la macchina nel parcheggio al confine del parco, armato del leggero Luxon 500mm f/8 a lenti, mi ero incamminato lungo le dune che segnano il confine con la zona palustre, così da poter controllare strada facendo i chiari che si affacciano sulla spiaggia.

Camminando senza fretta e soprattutto controllando spesso con il binocolo l'orizzonte ero giunto dopo circa un'ora e mezza alla foce dell'Ombrone. A parte una garzetta intenta a guadagnarsi la cena lungo la riva e un gruppetto degli omnipresenti gabbiani, tutto intorno era deserto. Forse l'inverno piuttosto tiepido e avaro di pioggia non aveva incoraggiato la sosta di anatre e limicoli in migrazione alla ricerca di idonei luoghi di riproduzione. Infatti il terreno lì intorno era insolitamente asciutto per la stagione, con poche pozze di acqua bassa fra le salicornie e i giuncheti. Fatto sta che non avevo ancora scattato neanche una fotografia!

Mi sistemai immobile e ben nascosto da un cespuglio lunga la riva del fiume. A parte qualche pescatore segnalato dallo svettare lontano delle canne da surfcasting e un gruppetto di turisti sulla riva opposta, ero probabilmente l'unico essere umano in zona. Pensai che di lì a un mese la spiaggia avrebbe cominciato ad essere invasa dal vociare dei bagnanti.
Nel mio appostamento improvvisato il tempo trascorreva noiosamente: solo una coppia di piovanelli era passata sfrecciando veloce sul pelo dell'acqua.

Ripresi deluso la strada del ritorno mentre le ombre della scarna vegetazione si allungavano inesorabilmente. Il sole giocava ormai a nascondino fra le nuvole basse sul mare quando, gettando uno sguardo poco convinto all'ultimo chiaro notai una strana macchia marrone fra i giunchi. Ehi, la macchia si muove! Controllo con il binocolo: inconfondibile la testa di un daino sbucava dalla vegetazione, seguita a breve distanza da un'altra.

Erano molto distanti ma la luce non era sufficiente per usare il duplicatore di focale; a f/8 l'esposizione corretta sarebbe stata di circa 1/125, in teoria troppo poco per evitare il mosso; di solito infatti si consiglia che il tempo di posa sia almeno uguale al reciproco della focale usata, quindi avrei dovuto usare almeno 1/500 di secondo; d'altra parte sono sempre stato del parere che " è meglio una foto leggermente mossa che una non-foto perfettamente incisa". Così improvviso una sorta di monopiede naturale afferrando un gruppetto di cannucce palustri con la mano che sostiene il teleobiettivo, metto accuratamente a fuoco e scatto mentre la coppia di daini, dopo aver ben controllato intorno, esce allo scoperto, attraversa quel ramo del laghetto e infine sparisce fra i pini.

Il risultato sono le tre immagini qui sotto, certo non sono il massimo, ma saranno sempre un bel ricordo di un incontro inaspettato.

daini

daini

daini


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